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che lo avrebbero atteso sullo scanno sindacale, un pen-
siero nuovo gli si affacciò alla mente. E se accettasse? Se
le difficoltà, i pericoli, le cure, le angustie potessero cac-
ciare i fantasmi amorosi, e voluttuosi che lo assediava-
no? Se questo dubbio glielo ispirassero suo padre e sua
madre allora invocati? Se l offerta degli amici e le pre-
mure del Vescovo celassero un coperto aiuto di Dio?
Pensò, pensò fino a che il capo gli s intorbidò di stan-
chezza, di sonno; e rimise la decisione all indomani mat-
tina.
Egli dormiva ancora quando gli capitò in camera,
guardingo, con la faccia piena di rincrescimento e la
bocca piena di scuse, il marchese Zaneto. Aveva una tal
quale necessità di parlare al genero, non gli era venuto
in mente, conoscendo le sue abitudini, che potesse dor-
mire ancora, gli parlerebbe adesso, se però il genero non
ne fosse troppo incomodato. Dopo il successo elettorale
di Maironi il suocero lo trattava con una officiosità così
impacciata e fredda che Piero n era seccato e aspettava
sempre di vederne comparire la cagione occulta. Udito
quell esordio, pensò: «Ci siamo» e rispose: «Figurati!».
«Bene, ecco, due cose» cominciò Zaneto lentamente,
guardando in terra e spremendosi a più riprese, dalle
guance con la mano sinistra, le parole che parvero colar
vischiose dalla bocca: «due cose».
Aperta così la vena del discorso, alzò gli occhi, non
però in viso al suo interlocutore, e parlò un poco più
fluido:
«Sono venute da me alcune persone del tuo partito.
Dico del tuo partito perchè forse le mie idee... sì, dico,
non so... insomma per intenderci meglio. Persone otti-
me e anche, dirò, autorevoli. Sì sì, autorevoli. Desidera-
vano che io ti persuadessi ad accettare l ufficio di sinda-
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Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
co. Io ho risposto che parlerei per riferire, semplicemen-
te. Dicono...»
Qui la voce di Zaneto cambiò, prese l accento carica-
to di chi ripetendo parole altrui, vuol fare intender chia-
ro che parla così un altro e non egli.
«Dicono che sei indicato per la posizione sociale, per
la votazione stessa, che nessun altro sindaco è possibile
fuori di te, che se non accetti è un danno gravissimo del-
la città e così via.»
Zaneto tacque un momento, poi guardò finalmente
suo genero e lasciò cascare floscia floscia questa chiusa:
«Ecco.»
«E tu» domandò Piero, «cosa ne dici?»
Zaneto si fece un po scuro, prese un aria di Sibilla re-
stìa e dopo aver taciuto alquanto rispose con insolita ri-
solutezza:
«Dispensami!»
«Eh no!» rispose il giovane ironicamente, volendo
pur aver ragione di tanta diplomazia.
«Perchè dispensarti?»
Zaneto fece un gran gesto silenzioso, menò il braccio
destro in aria, sorrise come per dire «cosa serve?» e ri-
petè:
«Dispensami!»
«Ci vuol tanto» esclamò Piero «a dire che sei contra-
rio?»
«No» rispose Zaneto, «io non sono nè contrario nè
favorevole. Ti dico subito che di questo stesso argomen-
to mi ha parlato un altra persona per indurmi a sconsi-
gliarti dall accettare, ed io l ho pregata, come adesso te,
a dispensarmi.»
«E chi era questa persona?»
Zaneto si scosse, si contorse con un brontolìo che pa-
reva nascergli nel ventricolo. Suo genero indovinò subi-
to.
«Il Prefetto» diss egli. «Non c è dubbio.»
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Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
«Piano, piano» fece Zaneto sconcertato. «Io non ho
detto niente e non dico niente. Del resto ieri son venuti
molti a parlarmi del tuo sindacato. Il primo è venuto alle
otto della mattina, un individuo che non conosco. - Chi
è Lei? - Sono uno che suona il pelittone in fa bemolle. -
Bravo. E allora?... Se dicesse una parola a Suo genero
che sarà il nostro sindaco... se mi facesse prendere nella
banda municipale... - A mezzogiorno ne capita un altro;
anche lui per avere la tua protezione, perchè tu gli faccia
impiegare un figliuolo alla Posta e collocar la madre al
Ricovero comunale. Un terzo è venuto ieri a sera, un
diurnista del Municipio. Dice che fra pochi giorni sarai
eletto sindaco, che vorrebbe presentarsi a te per farti i
suoi ossequi e anche per certe sue istanze particolari, ma
che si trova in condizioni miserabili di vestito e gli oc-
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