[ Pobierz całość w formacie PDF ]
pericolo, né del mio; quella specie di esaltazione, di son-
nambulismo che aveva provato in me fino dalla sera pre-
cedente era ancora piú piena e piú profonda. Non vede-
vo con chiarezza, non aveva che una percezione
imperfettissima delle cose che accadevano intorno a me.
Sentiva il mio sangue fluttuare dal cuore alla testa con
impeto spaventevole; provava una sensazione penosa
alle vene delle tempie ed ai polsi, le mie orecchie erano
assordate da un tintinnio incessante; provava in tutto il
mio corpo quell impressione che dà non un dolore, ma
Letteratura italiana Einaudi 213
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
l aspettazione di un dolore; mi pareva che fra pochi
istanti tutta la mia macchina avrebbe dovuto scomporsi,
rovinare; mi sembrava di essere in attesa di qualche cosa
di strano, di terribile, come di essere fulminato.
Ci levammo le tuniche e rimboccammo le maniche
della camicia. Scorreva lí presso un rigagnolo; il dottore
vi bagnò un fazzoletto, lo torse, e mi legò il polso. Ci
diedero le sciabole, ci collocarono di fronte l uno all al-
tro, misurarono le distanze. Io aveva sul mio avversario
il vantaggio della statura, egli quello dell agilità. Era un
uomo piccolo, secco, nervoso; e i suoi occhi inquieti e
vivaci che non cessavano di affissarmi, indicavano in lui
un energia e una risolutezza che io era ben lungi
dall avere.
Fu dato il segnale. Il colonnello tentò subito e con
agilità impareggiabile un colpo decisivo, un colpo a ban-
doliera che io non evitai che in parte ritirandomi. Egli
mi squarciò la camicia dalla spalla destra fino al fianco
sinistro, e mi segnò una lunga scalfittura sul petto. Un
orlo di sangue comparve subitamente lungo tutto lo spa-
rato. Però nel ritirarsi si scoperse, e dal canto mio lo col-
pii al braccio, ma la rimboccatura della manica rese il
mio colpo inoffensivo.
Ci ordinarono desistere, esaminarono la mia ferita, ri-
cominciammo.
Scambiammo parecchi colpi senza alcun frutto. Io era
assai piú abile del mio avversario, e se avessi nutrito
odio per lui o avessi avuto maggior coscienza del perico-
lo cui m esponevo, non avrei trovato difficoltà ad uscir-
ne con vantaggio. Dopo pochi minuti, il colonnello era
ansante, sfinito. Ci riposammo.
Facemmo un terzo assalto. Io era piú che stanco, an-
noiato; mi limitava alla difesa, e mi difendeva debol-
mente. Il colonnello aveva riacquistata nuova energia, il
dispetto lo aveva, per cosí dire, ringiovanito, accompa-
gnava ogni colpo con un grido secco e breve come è
Letteratura italiana Einaudi 214
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
costume dei duellanti, e tentava ferirmi al petto di pun-
ta. Ripeté due o tre volte questo tentativo. La sua osti-
nazione mi scosse istintivamente dalla mia apatia. V era
nulla di piú facile che colpirlo in quel momento con un
fendente di testa, né so come non se ne avvedesse. Col-
si l istante, egli mi si avventò rovesciando indietro il ca-
po, io fui sollecito a ritrarmi senza parare, e a riavven-
tarmi subito, prima che avesse avuto tempo di
rimettersi in guardia. Lasciai scendere la sciabola leg-
germente, egli vide il pericolo, deviò a destra, e lo col-
pii alla spalla.
Gettò la sua arma con dispetto, rampognando i suoi
secondi di aver acconsentito alla scelta della sciabola, e
dicendo che il freddo gli irrigidiva le mani, e rendeva
impossibile il servirsene liberamente. La sua ferita era
benché profonda, non grave.
Insistette perché ci battessimo alla pistola. Nessun
consiglio poté distoglierlo da questo proposito.
Levammo a sorte cui toccasse sparare per primo: la
fortuna favorí il mio avversario.
Fummo collocati a trenta passi di distanza. Le pareti
parallele del fosso che era angustissimo davano all oc-
chio una direzione sí giusta e sí facile, che io mi tenni
perduto. Avvicinai la mia arma al petto per coprirne il
cuore, e mi collocai un poco di fianco per offrir minor
bersaglio possibile. Fu dato il segnale, il colonnello
sparò, la palla passò fischiando senza colpirmi.
Egli riprese la sua posizione, io distesi il braccio, spa-
rai alla mia volta senza mirare; egli vacillò un istante, la-
sciò scivolare la pistola di mano, e cadde rovesciato. Io
non so cosa avvenisse di me in quell istante. Il mio respi-
ro si arrestò, le mie vene parvero scoppiare, il mio cuore
schiantarsi; una tenebra mi passò davanti agli occhi, i
miei muscoli si contrassero con uno spasimo atroce,
brancicai un momento come per afferrarmi a qualche
cosa, proruppi in un urlo acuto, disperato, straziante,
Letteratura italiana Einaudi 215
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
quale non aveva inteso mai uscire da petto umano, se
non forse da quello di Fosca, e caddi fra le braccia del
dottore che era accorso in mio aiuto.
Quella infermità terribile per cui aveva provato tanto
orrore mi aveva colpito in quell istante; la malattia di
Fosca si era trasfusa in me: io aveva conseguito in quel
momento la triste eredità del mio fallo e del mio amore.
Letteratura italiana Einaudi 216
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
L
Dopo quel giorno tutto è oscurità nelle mie memorie;
io non appresi che piú tardi gli ultimi dettagli di questa
tragedia domestica. La morte di Fosca, l arrivo di mia
madre, il ritorno al mio paese natale sono tutti avveni-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]